Moon :D


Moon


A leggere gli incassi del botteghino un dato balza subito all'occhio: se l'esordiente regista di Moon, Duncan Jones, volesse incassare nel nostro italico paese la stessa cifra incassata da Avatar, non gli basterebbe realizzare due o tre sequel, ma ne dovrebbe sfornare ben seimilacinquecento! Le cose non gli andrebbero meglio negli USA, dove potrebbe sperare di pareggiare il conto solo al centosessantaseiesimo film, e sempre sperando di mantenere degli incassi costanti. Prima che qualcuno gridi allo scandalo, sarà meglio precisare subito che Moon non è un film di fantascienza "stellare" (al contrario del noto rifacimento di Pocahontas in 3D già citato). Non lo è perché il suo cast non è affatto "stellare", basti dire che tutto il film è girato da un solo e unico attore. E di certo neppure il suo budget di appena cinque milioni di dollari si può definire "stellare". Per non parlare dei pochi effetti speciali (realizzati alla vecchia maniera, con modellini veri e poca computer grafica) che, nonostante risultino decisamente credibili e coinvolgenti, non possono certo fregarsi dell'aggetto che a noi piace tanto. Eppure Moon è un film di fantascienza decisamente riuscito, uno di quei film di fantascienza ormai in estinzione che si basano unicamente su una buona (e originale!) idea e su di un buon metodo per metterla in scena. Idea che anche a film finito ti costringono a riflettere sulle sue possibili implicazioni, presenti e, come ogni film di fantascienza dovrebbe fare, soprattutto future. Certo, Moon non è un film perfetto, un finale un po' scontato ed affrettato ne pregiudicano in parte la valutazione complessiva, ma questo non toglie a Moon lo scettro di miglior film di fantascienza dell'anno, sempre detto che "migliore" possa non far rima con "di successo". Io voglio ripeterlo: questo Moon non sarà stellare, ma il posto della luna è lì in alto, e a vederla da qui ci piace pensare che sia più grande e luminosa di alcune stelle...

Codice Genesi :)



Codice Genesi


Se Codice Genesi (anche se sarebbe meglio il titolo originale: Il libro di Eli) fosse stato ambientato nel passato anziché in un prossimo futuro, sarebbe stato sicuramente il classico film western. Gli ingredienti ci sono tutti, e sono i soliti: il deserto sconfinato e cocente, il cavaliere solitario (anche se senza cavallo), il cattivo di turno che detiene il controllo dell'acqua e dunque il potere su di una cittadina, i suoi scagnozzi senza un briciolo di umanità, la bella e impavida locandiera che aiuterà l'eroe di turno, e così via. Ma Codice Genesi, come dicevamo, non è ambientato nel passato, bensì in un futuro post apocalittico, che ha visto verosimilmente l'intera popolazione sopravvissuta regredire a qualcosa di molto simile al selvaggio West. Nonostante questi presupposti non del tutto originali, Codice Genesi riesce ad essere un bel film, con una storia tutto sommato credibile e che offre anche qualche spunto di riflessione. Ma il film merita soprattutto per altri motivi: per la fotografia satura che ben si sposa con la suggestiva ambientazione, per i combattimenti alla "Tarantino" (anche se pochi e piuttosto "fulminei"), e per almeno una paio di scene che entrano di diritto nell'antologia del cinema. Senza anticipare troppo, è davvero degna di nota la sequenza nella quale una casa di legno viene letteralmente ridotta a brandelli sotto i colpi di armi da fuoco, con la telecamera che si sposta senza continuità di causa da una parte all'altra della sparatoria. A proposito, anche questa sequenza ci pare un chiaro omaggio dei fratelli Hughes ai vecchi film western, e questo non è detto che sia un male.